Mamma e bimba asiatici (GruppoCostruzioniProgettazioni.it)
Anche la Cina sta vivendo una profonda crisi demografica, tanto che il Governo ha deciso di stanziare sussidi per le famiglie.
Come cambiano i tempi, dalla politica del figlio unico, per contrastare il sovrappopolamento, introdotta nel 1979 ed eliminata nel 2013, alla crisi demografica degli ultimi cinque anni. 1,4 miliardi di persone su territorio cinese avevano costretto il paese a prendere precauzioni per il controllo delle nascite, dando vita a un periodo assurdo, con sanzioni per il secondo figlio, il carcere per il terzo, aborti clandestini e crimini nascosti.
Nel 2013, complice una nuova ideologia politica più aperta e moderna, la legge del figlio unico è stata abolita, mantenendo però le sanzioni per il terzo figlio, applicando comunque delle leggi severe per contenere le nascite sul territorio. Ora la situazione cambia ancora una volta, visto che, secondo i recenti censimenti, negli ultimi cinque anni in Cina si sta assistendo al crollo delle nascite, con sempre più giovani che evitano di mettere su famiglia.
Le sanzioni sul terzo figlio sono state eliminate nel 2023, a seguito degli ultimi censimenti. In Cina, infatti, sempre più giovani decidono di non fare figli, o di farli in età avanzata, allineandosi con quanto sta succedendo in Occidente. Per questo motivo, il Governo ha deciso di intervenire, introducendo il primo assegno nazionale per i bambini sotto i tre anni di età, per scongiurare una crisi sociale.
La Cina cerca di invertire il declino demografico, stesso fenomeno che sta investendo i paesi di tutto il mondo, in particolare quelli occidentali, introducendo il primo sussidio nazionale per bimbi. Il Governo cinese stanzierà a partire dal prossimo autunno, 3.600 Yuan l’anno, circa 460 euro, per ogni figlio nato a partire dal 2025. Si tratta di una svolta simbolica per il paese.
Tuttavia, nonostante il sussidio, secondo gli analisti questo intervento non riuscirà a ristabilire il controllo equilibrato delle nascite. Inflazione alle stelle, costo della vita elevato, strutture sociali carenti, sono tutti fattori che impediscono ai ragazzi di fare figli. Sono gli stessi problemi che abbiamo in Europa, con le giovani coppie alle prese con le stesse dinamiche. Nessuno più vuole una famiglia numerosa.
Anche la Cina vanta una popolazione sempre più anziana, con il tasso di fertilità che ha toccato i minimi storici. Si teme per il futuro del paese, con mancanza di lavoratori e di contribuenti. Stesse dinamiche europee, ma con l’aggravante della politica del figlio unico, andata avanti per 35 anni e che ha creato effetti collaterali molto profondi, visto il progressivo invecchiamento della popolazione. Ora i sussidi non bastano per spingere i giovani a procreare.
Oltre al sostegno per i bambini sotto i 3 anni di età, il Ministero delle Finanze cinese prevede anche asili nido gratuiti, esenzioni fiscali e diversi bonus familiari per favorire le nascite. Ma le giovani coppie cinesi sono alle prese con una profonda crisi economica, con il caro vita alle stelle e gli stipendi bassi. Specialmente nelle grandi città, il costo della vista è sempre più insostenibile, e così tanti giovani preferiscono non fare figli e focalizzarsi solo sulla carriera.
Il mondo intero si fa sempre più vicino, e in ogni paese si vivono gli stessi disagi: anche in Cina aumentano i divorzi e le convivenze senza nozze, un trend che ha già colpito da diversi anni anche Giappone e Corea del Sud, dove i tassi di natalità sono i più bassi al mondo. Forse, siamo arrivati a un periodo storico decisivo, con oltre 8 miliardi di individui sul pianeta, carenza di lavoro, di materie prime e di crisi economiche.
Ridurre la popolazione mondiale, a questo punto, anche se i politici potrebbero non essere d’accordo, non sarebbe tutto questo male. Come affermato da molti scienziati, la riduzione della popolazione è inevitabile per ripristinare gli equilibri del mondo, per poter soddisfare le esigenze di tutti, per dare lavoro a tutti, per rendere vivibili le città e gli spazi in generale.
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